La nostra iniziativa del 22 maggio, non ha voluto solo celebrare di Giovanni Berlinguer, scienziato e politico fondamentale per lo sviluppo del tema salute per i cittadini e i lavoratori italiani. Abbiamo voluto riprendere un filone culturale attualissimo e fecondo, irrobustire gli strumenti di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, e gli strumenti di prevenzione e promozione della salute nei luoghi di lavoro. Una necessità di cui anche le recenti stragi dimostrano l'urgenza.

Di seguito la registrazione video del convegno:

Di seguito è possibile scaricare e riascoltare la registrazione audio degli interventi:

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1. Daniele Ranieri.mp3
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2. Fabrizio Rufo.mp3
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3 Livia Turco.mp3
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4. Lorenzo Aloisi.mp3
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5. Alberto Baldasseroni.mp3
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6. Maria Giuseppina Bosco.mp3
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7. Giorgio Bollini.mp3
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8. Enzo Foschi.mp3
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I Cento anni dalla nascita di Giovanni Berlinguer, scienziato e uomo politico. 

Il Convegno internazionale, organizzato dalla Fondazione Gramsci, dall’Università di Roma Sapienza e dal Comune di Roma in occasione dei cento anni dalla nascita di Giovanni Berlinguer si è tenuto a Roma presso la Sala della protomoteca in Campidoglio l’11 e il 12 di aprile. Come visibile dal programma il percorso del pensiero di Giovanni Berlinguer è delineato attraverso alcuni dei suoi scritti, a partire dagli anni 60 e fino agli anni 90.


Condividiamo l’appello di SNOP sugli infortuni sul lavoro

Gli infortuni sul lavoro, come le patologie e le morti per malattia da lavoro ben più numerose, ci sono sempre stati. Negli anni ’50 del secolo scorso erano 3-4 volte di più e all’inizio di questo secolo sembrava che la curva a scendere fosse sensibile e potesse indurre

all’ottimismo (se così si può dire per un fenomeno comunque intollerabile).

Negli ultimi tempi si sta invece assistendo a novità drammatiche, che non possono non far saltare valutazioni e previsioni. Oltre allo stillicidio giornaliero di morti (non “bianche”, si badi bene, la si faccia finita con questa terminologia ipocrita), 17 (probabili) morti in 3 luoghi di lavoro nel volgere di poco più di 7 mesi (a Brandizzo, a Firenze e ieri nella Centrale di Suviana) hanno in comune, oltre a evidenti differenze, una parola chiave: appalto, spesso “catene” di appalti, e progressive esternalizzazioni, e ne richiamano altre fondamentali: cultura d’impresa, responsabilità d’impresa, organizzazione del lavoro a misura del “capitale umano” e non solo del “capitale”.

E’ l’ora che su questo si faccia chiarezza, prima ancora di parlare di “controlli”. E ovviamente i controlli (da tempo progressivamente, e sempre più colpevolmente, decurtati) ci vogliono, come ci vuole/ci vorrebbe una politica di prevenzione, di rimozione dei rischi alla fonte, che affronti il problema della salute e sicurezza del lavoro non come un di più. Non ci sono soluzioni magiche né purtroppo a breve, anzi quelle prodotte dal governo con gli ultimi provvedimenti, fino al recente DL 19, sono lungi dall’essere soluzioni, sono estemporanee e pericolose deviazioni anche concettuali, del resto associate a messaggi come “lasciamo lavorare le imprese, leviamo lacci e lacciuoli”.

Tutto questo non può stare dentro un paese civile, che pure ha una Costituzione che ha indicato come diritti fondamentali la salute, il lavoro e quindi anche il lavoro in salute. E invece di lavorare per vivere, per molti il lavoro diventa morte. Lanciamo un appello a tutte le persone di buona volontà perché il paese sia attraversato da un moto di vergogna: piangiamo, sì, ma anche i coccodrilli piangono…. Soprattutto facciamo in modo che l’indignazione per tutte queste vite rubate si traduca questa volta in reazione collettiva duratura: un moto non di poche ore né di pochi giorni, che porti ad una riflessione e ad un approfondimento su cosa realmente si dovrebbe e si potrebbe fare, partendo dalla messa in atto di un confronto aperto e concreto che veda il concorso di tutti quelli che hanno responsabilità ma anche idee e competenze.

Da tempo, dopo la stagione del Decreto Legislativo 81/2008, sembra che i tavoli dove vengono assunte decisioni siano sempre più ristretti e accentrati, e vedano sempre meno presenti professionalità, competenze e sensibilità che dovrebbero invece essere preziose. Nel nostro piccolo, come diciamo da anni, chi ha lavorato e lavora “sul campo” idee e competenze ne ha, e le vorrebbe mettere a disposizione, umilmente ma con la

consapevolezza che ce n’è bisogno. E’ giusto gridare “Adesso Basta”, come domani a Bologna, ma insieme dire “Cosa bisogna e cosa si può fare” e pretendere di essere ascoltati. Da subito. 10 aprile 2024


Per darle ulteriore diffusione riportiamo il recentissimo appello di 14 scienziati per salvare il servizio sanitario pubblico.

 

“Dal 1978, data della sua fondazione, al 2019 il Ssn in Italia ha contribuito a produrre il più marcato incremento dell’aspettativa di vita (da 73,8 a 83,6 anni) tra i Paesi ad alto reddito. Ma oggi i dati dimostrano che il sistema è in crisi: arretramento di alcuni indicatori di salute, difficoltà crescente di accesso ai percorsi di diagnosi e cura, aumento delle diseguaglianze regionali e sociali. Questo accade perché i costi dell’evoluzione tecnologica, i radicali mutamenti epidemiologici e demografici e le difficoltà della finanza pubblica, hanno reso fortemente sottofinanziato il Ssn, al quale nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil (meno di vent’anni fa).

 

Il pubblico garantisce ancora a tutti una quota di attività (urgenza, ricoveri per acuzie), mentre per il resto (visite specialistiche, diagnostica, piccola chirurgia) il pubblico arretra, e i cittadini sono costretti a rinviare gli interventi o indotti a ricorrere al privato. La spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e l’autonomia differenziata rischia di ampliare il divario tra Nord e Sud d’Italia in termini di diritto alla salute.

 

È dunque necessario un piano straordinario di finanziamento del Ssn e specifiche risorse devono essere destinate a rimuovere gli squilibri territoriali. La allocazione di risorse deve essere accompagnata da efficienza nel loro utilizzo e appropriatezza nell’uso a livello diagnostico e terapeutico, in quanto fondamentali per la sostenibilità del sistema”, prosegue l’appello.

 

Parte delle nuove risorse  deve essere impiegata per intervenire in profondità sull’edilizia sanitaria, in un Paese dove due ospedali su tre hanno più di 50 anni, e uno su tre è stato costruito prima del 1940. Ma il grande patrimonio del Ssn è il suo personale: una sofisticata apparecchiatura si installa in un paio d’anni, ma molti di più ne occorrono per disporre di professionisti sanitari competenti, che continuano a formarsi e aggiornarsi lungo tutta la vita lavorativa. Nell’attuale scenario di crisi del sistema, e di fronte a cittadini/pazienti sempre più insoddisfatti, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile che si traduce in una fuga dal pubblico, soprattutto dai luoghi di maggior tensione, come l’area dell’urgenza. È evidente che le retribuzioni debbano essere adeguate, ma è indispensabile affrontare temi come la valorizzazione degli operatori, la loro tutela e la garanzia di condizioni di lavoro sostenibili” si legge ancora. “Da decenni si parla di continuità assistenziale (ospedale-territorio-domicilio e viceversa), ma i progressi in questa direzione sono timidi. Oggi il problema non è più procrastinabile: tra 25 anni quasi due italiani su cinque avranno più di 65 anni (molti di loro affetti da almeno una patologia cronica) e il sistema, già oggi in grave difficoltà, non sarà in grado di assisterli.

La spesa per la prevenzione in Italia è da sempre al di sotto di quanto programmato, il che spiega in parte gli insufficienti tassi di adesione ai programmi di screening oncologico che si registrano in quasi tutta Italia. Ma ancora più evidente è il divario riguardante la prevenzione primaria; basta un dato: abbiamo una delle percentuali più alte in Europa di bambini sovrappeso o addirittura obesi, e questo è legato sia a un cambiamento – preoccupante – delle abitudini alimentari sia alla scarsa propensione degli italiani all’attività fisica. Molto va investito, in modo strategico, nella cultura della prevenzione (individuale e collettiva) e nella consapevolezza delle opportunità ma anche dei limiti della medicina moderna. Molto, quindi, si può e si deve fare sul piano organizzativo, ma la vera emergenza è adeguare il finanziamento del Ssn agli standard dei Paesi europei avanzati (8% del Pil), ed è urgente e indispensabile, perché un Ssn che funziona non solo tutela la salute ma contribuisce anche alla coesione sociale”,

 

Firmano il documento Ottavio Davini, Enrico Alleva, Luca De Fiore, Paola Di Giulio, Nerina Dirindin, Silvio Garattini, Franco Locatelli, Francesco Longo, Lucio Luzzatto, Alberto Mantovani, Giorgio Parisi, Carlo Patrono, Francesco Perrone e Paolo Vineis.

 

Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro

 

DINAMICHE INFORTUNISTICHE E FATTORI DI RISCHIO NEL CICLO DEL TRASPORTO FERROVIARIO

 

INAIL scheda 22 - 2024

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Scheda Infor.MO22.pdf
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Il nostro circolo LASS presente alla presentazione del Forum  PD del lavoro (Roma 29 febbraio 2024), dove si è discusso e proposto su temi per superare il lavoro povero, il dumping contrattuale, per una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, contrastare il sistema del subappalto, ma soprattutto la volontà del Pd di essere vicino al mondo del lavoro.

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Testo dell'intervento del segretario del Circolo Lass alla presentazione del Forum PD del lavoro.
Roma 29 febbraio 2024
Intervento di Daniele Ranieri.pdf
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MERCOLEDI’ 17 APRILE 2024

 Ore 9.15 – 12.30

Auditorium Stefano Cerri

via Valvassori Peroni 56 - Milano

La casa degli RLS

Organizza il seminario in modalità ibrida (on line e presenza)

Quando Lavoratori e RLS possono essere ritenuti responsabili? 

Vai al programma

Leggi sul nostro blog l'articolo di Daniele Ranieri: Quale ruolo per il RLS


DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2024, n. 29

Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Art. 5

Misure per la promozione della salute e dell'invecchiamento attivo  delle persone anziane da attuare nei luoghi di lavoro

 1. Nei luoghi di lavoro, la promozione della salute, la cultura della prevenzione e l'invecchiamento sano e attivo della popolazione anziana sono garantiti dal datore di lavoro attraverso gli obblighi di valutazione dei fattori di rischio e di sorveglianza sanitaria previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, tenendo conto del modello sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro - Workplace Health Promotion (WHP) raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanita' e delle indicazioni contenute nel PNP, che prevedono l'attivazione di processi e interventi tesi a rendere il luogo di lavoro un ambiente adatto anche alle persone anziane attraverso idonei cambiamenti organizzativi.

 2. Il datore di lavoro adotta ogni iniziativa diretta a favorire le persone anziane nello svolgimento, anche parziale, della prestazione lavorativa in modalità agile, nel rispetto della disciplina prevista dai contratti collettivi nazionali di settore vigenti.


Da YouTube: Sanremo 2024 - Paolo Jannacci e Stefano Massini 

"L'uomo nel lampo"


Preg.mi Componenti della XI Commissione Permanente Lavoro Pubblico e Privato, abbiamo esaminato il Disegno di Legge n. 1532 in discussione, che all’art. 2 prevede alcune modifiche al D.Lgs. 81/2008, su alcune delle quali ci permettiamo di esprimere alcune osservazioni derivanti dalla consolidata esperienza dei professionisti rappresentati dai firmatari. ...

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Osservazioni al DdL 1532.pdf
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Convegno del nostro Circolo tematico:

 

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

La svolta necessaria.

L'incontro si è chiuso con un intervento di Enzo Foschi (Segretario del PD di Roma)

 

Per vedere la registrazione dell'incontro puoi

utilizzare questo link


Lo stress lavoro correlato e gli strumenti di valutazione

Di Andrea Farinazzo

Pubblicato il 9 Febbraio 2024 su www.uilmnazionale.it

Per scaricare il documento clicca qui


21 giugno 2022 - Iniziativa del Circolo Lass
sul tema della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Analisi e proposte.
Sono interventi:
- Claudio Di Berardino (Assessore al lavoro della Regione Lazio),
- Eleonora Mattia (Presidente della IX Commissione lavoro del Consiglio regionale)
- Claudia Pappatà (Consigliera del Comune di Roma).
L'incontro si è chiuso con un intervento di
Enzo Foschi (Vicesegretario del PD del Lazio).
Per vedere la registrazione dell'incontro puoi utilizzare questo link